Di seguito sono riportati alcuni degli articoli dedicati alla sua scomparsa.
Con la discrezione che lo aveva sempre fatto apprezzare da tutti, alla vigilia degli 80 anni se n'è andato dopo una breve malattia Mario Saggese, per una lunghissima e intensa stagione capo ufficio stampa del Provveditorato agli Studi. Chiamato in un momento difficile a mediare tra mondo della scuola in ebolizione e giornali, il "Professore" - come molti gli si rivolgevano, anche se lui sottolineava di non essersi laureato benché avesse dato tutti gli esami di Giurisprudenza - divenne nel periodo della contestazione di fine Anni 70 un punto di riferimento sempre attendibile non solo per i cronisti, ma anche per decine di presidi e insegnanti in cerca di un consiglio. Funzionario preparatissimo (ma tutt'altro che "vecchia maniera") era stato voluto per quel posto dal provveditore Tortoreto, che ne aveva colto l'abilità diplomatica e la competenza in materia di norme. Napoletano, era arrivato a Milano negli Anni 50 e nonostante l'elegante e imperdibile accento, diceva spesso di sentirsi più milanese di molti milanesi. Amava le citazioni latine, soprattutto in materia giuridica, ma spaziava tra Dante e l'Opera, divertendosi a sconcertare gli interlocutori quando si definiva con serietà socialista e borbonico. Profondamente laico, era un estimatore più scientifico che devoto di San Gennaro. Dopo aver lasciato il Provveditorato nell'89, collaborò per anni con il Corriere della Sera come consulente e commentatore delle vicende scolastiche.
Ariel Pensa
Corriere della Sera
TRE GRANDI passioni: la famiglia, il lavoro e Napoli. Mario Saggese ci ha lasciato ieri alla soglia degli 80 anni. Negli anni '70 aveva letterlamente inventato l'Ufficio Stampa del Provveditorato agli Studi. Per chi bazzicava le cronache milanesi, Saggese, era la voce della scuola milanese, il punto di riferimento sicuro, il maestro impegnato ad accompagnare intere generazioni di giornalisti nei meandri dei regolamenti e negliabissi della macchina burocratica. Arrivato a Milano nel 1961, si era subito innamorato di quella città impegnata a costruirsi un nuovo futuro, senza però mai dimenticare le sue radici napoletane. A metà degli anni '70 il provveditore, Vincenzo Tortoreto, lo aveva messo a capo del neonato Ufficio stampa.
UN RUOLO che Saggese ha interpretato con passione e originalità: ai comunicati ufficiali preferiva il contatto diretto, l'incontro, la telefonata quotidiana, dall'ufficio e da casa, a qualsiasi ora del giorno. A Tortoreto successe il napoletano Enzo Giffoni. Con lui Saggese formò una formidabile coppia asburgico-partenopea: asburgica nel rigore e nella dedizione alla scuola milanese, partenopea nello spirito e nell'inventiva. Socialista vecchio stampo, non si considerava un giornalista, ma un servitore dell stato. Dopo la collaborazione con altri due provveditori, Finocchiaro e Martinelli, nel 1989, arrivò il momento della pensione, del ritorno agli studi giuridici e alla passione per Napoli, per la sua storia, ma anche per la sua squadra di calcio. Lascia la compagna di una vita, Lucia De Curtis, e i 3 figli: Mimmo, Maria Giulia e il nostro collega Massimiliano a cui vanno le condoglianze di tutta la redazione. Oggi verrà allestita una camera ardente alla clinica Humanitas, poi il trasferimento al cimitero di Lambrate per la cremazione.
Giorgio Guaiti
Il giorno - 27/8/2016
"Sempre a proposito di signori di Napoli, Mario Saggese creava uno dei più bei presepi di tradizione napoletana. E quell'estate mi aveva detto di avere perduto, senza sapersi dare una spiegazione, Benino e il Pastore delle meraviglie [...] Pensai si trattasse di un normale meccanismo della perdita, c'è chi perde il padre, chi la madre, chi l'origine, Mario aveva perso i pastori. Milano, la sua Cultura."
da Un'estate milanese
di Mariano de Angelis
SHARE THIS PAGE!